Disagio Giovanile: cosa fare e come affrontarlo

Ansia, depressione, isolamento sociale, dipendenze e problemi di autostima. Sono alcuni dei sintomi che possono indicare la presenza di disagio giovanile, un malessere che, secondo alcune stime, colpisce 8 ragazzi su 10 tra i 14 e i 18 anni. Non è raro che i giovani affrontino momenti di disagio durante questo periodo di transizione, che li vede confrontarsi con sfide e cambiamenti importanti nella loro vita personale, scolastica e sociale. Questo articolo si propone di analizzare il fenomeno del disagio giovanile, evidenziando le sue possibili cause, i sintomi più comuni e le principali modalità di intervento.

Cause del disagio giovanile

Il disagio giovanile è un fenomeno complesso e sfaccettato che può avere molteplici cause, spesso interconnesse. Tra queste vi sono le pressioni sociali che i giovani subiscono, sia nella vita reale che in quella virtuale, le difficoltà nell’affrontare i cambiamenti fisici ed emotivi tipici della loro età e l’aspettativa di prestazioni eccezionali, che li spinge a dover dimostrare sempre di più, a livello scolastico, lavorativo e relazionale. Il quadro complessivo può essere amplificato da altri fattori aggravanti, come il bullismo, la discriminazione, la competizione eccessiva e la mancanza di modelli positivi.

Al giorno d’oggi, il disagio giovanile è spesso legato all’uso dei social media, che può interferire con l’identità dell’adolescente e con il suo rapporto con gli altri, portando a problemi di autostima e ad ansia da giudizio sociale.

Come ci spiegano gli psicoterapeuti di Maglie Salus, Poliambulatorio in provincia di Lecce (https://www.magliesalus.it/): “Il disagio giovanile può essere esacerbato dalla mancanza di comunicazione efficace all’interno della famiglia, che può creare un senso di isolamento e incomprensione. Allo stesso modo, l’assenza di prospettive future chiare può generare un senso di incertezza e fragilità che si instilla nella personalità del giovane”.

Quali sono i segni di disagio giovanile

Riconoscere i segni di disagio giovanile è molto importante per poter aiutare i ragazzi a superare le situazioni di stress e sofferenza che possono compromettere il loro sviluppo.

Se un giovane mostra improvvisi cambiamenti nel comportamento, come l’isolamento, la perdita di interesse nelle attività preferite o l’aumento dell’irritabilità, potrebbe soffrire di disagio giovanile. Oltre a essere più irritabile, aggressivo, ribelle, isolato o depresso, egli potrebbe anche avere un calo nelle prestazioni scolastiche oppure ricorrere a comportamenti a rischio come l’uso di droghe, l’autolesionismo o il suicidio.

Il disagio giovanile si manifesta talvolta con episodi di violenza e bullismo, in particolare tra i pre-adolescenti, che si accaniscono contro i coetanei o i ragazzi più piccoli.

Ma il disturbo può manifestarsi anche a livello fisico, con sintomi quali: insonnia, eccessiva sonnolenza, mal di testa frequenti, dolori addominali e altri sintomi gastrointestinali. Inoltre, possono emergere disturbi alimentari che inducono a comportamenti dannosi per la salute, come il digiuno, il vomito, l’uso di lassativi o di diuretici e l’abbuffata.

Come affrontare il disagio giovanile

Il disagio giovanile dovrebbe essere affrontato il prima possibile, quando i segni di disagio sono appena emersi o sono ancora in fase iniziale. Questo perché, in molti casi, i problemi psicologici tendono a peggiorare se non affrontati adeguatamente. Il riconoscimento tempestivo dei sintomi e delle difficoltà consente di intraprendere azioni preventive e terapeutiche per prevenire complicazioni future.

L’obiettivo è impedire che il disagio si cronicizzi, poiché le condizioni croniche possono essere più difficili da trattare e avere un impatto duraturo sulla salute mentale e generale di un individuo.

Nel processo di intervento, è importante coinvolgere non solo i ragazzi, ma anche le loro famiglie e gli educatori. La collaborazione con le persone che sono a stretto contatto con i giovani può essere fondamentale per comprendere meglio il contesto in cui si sviluppano i sintomi e fornire un sostegno più efficace.

Un approccio multidisciplinare

Affrontare il disagio giovanile richiede spesso un approccio multidisciplinare. Ciò significa coinvolgere diversi professionisti (psicologo, psichiatra, medico di base, esperti in problemi alimentari, ecc.) che possano intervenire sia sul piano individuale sia su quello familiare, con l’ausilio di attività e laboratori di gruppo.

È inoltre necessaria la partecipazione dei vari settori che operano in questo ambito, come enti locali, strutture sanitarie, assistenziali e culturali, istituti scolastici, settore sportivo e reti religiose, con ovviamente il contributo delle famiglie.

L’intento del percorso è di mettere a disposizione informazioni e sostegno sia ai ragazzi che alle loro famiglie, concentrandosi sull’ascolto attivo sotto forma di consulti o brevi interventi. Inoltre, si propone di delineare itinerari mirati per affrontare le sfide degli adolescenti e di offrire supporto ai genitori.

Gli interventi comprendono un’analisi dettagliata della situazione, volta a comprendere meglio la natura del disagio e a determinare il miglior approccio terapeutico. Il supporto è fornito attraverso sessioni di counseling individuali, per esplorare le emozioni e i pensieri dei ragazzi, e familiari, per affrontare le dinamiche relazionali e il supporto reciproco.

Infine, la terapia e i laboratori di gruppo offrono uno spazio in cui gli adolescenti e i loro genitori possono interagire con altre persone che affrontano sfide simili. I laboratori di gruppo possono includere attività pratiche e discussioni guidate per affrontare specifiche questioni e sviluppare nuove competenze.