Tabellone oculista: quali segni ci sono nell’ottotipo? A cosa serve?

Quante volte ci siamo chiesti durante una visita oculistica, cosa fosse quella tavola piena di simboli e numeri che si trova appesa nella parete della stanza. Ebbene, oggi vi spiegheremo tutte le particolarità ed i segreti che questo splendido strumento possiede.

Definizione ed utilizzo

Chiamato dagli esperti del settore, tavola optometrica od ottotipica, questo apparecchio nasce grazie al fisico Hermann von Helmholtz e viene utilizzato dalla stragrande maggioranza degli oculisti. Si tratta a tutti gli effetti, di una tavola bianca piena di numeri, lettere e simboli, che mano a mano si visiona in basso, diventano sempre più piccoli e poco visibili. Si tratta di uno strumento davvero pratico ed utile, che risulta facile anche da poter reperire, infatti, facendo una rapida ricerca sul Web, vengono addirittura spiegati i vari test che volendo potete effettuare per conto vostro ma in ogni caso risulta una pratica svantaggiosa e sconsigliata, in quanto solo un’oculista professionista, può leggere ed usare correttamente la tavola.

A cosa serve

L’apparecchio ha una funzionalità davvero importante, infatti, viene usato generalmente da tutti gli oculisti durante le visite, per misurare la salute degli occhi, cercando di mettere a fuoco e pronunciare correttamente tutti i simboli che il dottore chiede al paziente di visionare. Questa pratica permette all’oculista di poter misurare con correttezza l’acutezza visiva dell’interessato, ossia l’attitudine dell’occhio di poter visionare correttamente un oggetto, anche nei minimi dettagli, determinando con quanta nitidezza la retina riesce a mettere a fuoco l’immagine. Sono diversi i test che l’oculista ha a disposizione, tra cui quello del contrasto, dove bisogna identificare e mettere a fuoco gli oggetti sullo sfondo, chiedendo al paziente di leggere una fila di lettere di ugual grandezza, il test di Landolt, che è indicato principalmente per i bambini che non hanno ancora imparato a leggere. Infine, ultimo ma non per importanza, troviamo il test di Snellen, considerato essere anche quello più utilizzato dagli oculisti, consiste nel far posizionare il paziente ad una distanza specifica, facendo coprire alternativamente gli occhi con la mano e viene chiesto di identificare le lettere e simboli che il dottore indica, dando come risultato finale il livello di lettura e la capacità visiva che il lettore possiede. Nel caso in cui venga letta correttamente anche l’ultima riga, è segno che l’occhio in questione goda di ottima salute. Ovviamente questo non basta per ottenere un quadro completo dello stato di salute ed infatti, l’oculista accompagna spesso questo test ad altri esami più specifici in base alle circostanze.

Tipi di tavole, simboli e manutenzione

Le tavole sono di diversi tipi, ma tutti i modelli condividono diverse particolarità esclusive, ad esempio è possibile trovarne alcune illuminate, dove i test vengono effettuati completamente al buio, mentre altre che non possiedono questa aggiunta vengono usate in condizioni di luce normale. Tutte le tabelle che vengono utilizzate, vanno usate seguendo delle regole ben precise, ad esempio, la distanza che deve rispettare il paziente dovrà essere di 3 o 5 metri in base al modello. Anche i simboli che sono stampati sulle tavole sono diversi e variano in base ai pazienti. Sicuramente la più riconoscibile è quella composta da semplici lettere e numeri dell’alfabeto, usata per la stragrande maggioranza delle persone che vengono sottoposte al test. In alcuni casi, invece, vengono usate delle tavole davvero particolari, dove è possibile trovare stampate sopra delle figure facilmente comprensibili, tipo fiori, case ed animali, utilizzate generalmente per i bambini, o altre con riportate sopra delle lettere particolari, chiamate E di Snellen, che servono in casi specifici come astigmatismi od analfabetismo. Per quanto riguarda la manutenzione, lo strumento non presenta particolari accorgimenti, in quanto bisognerà ogni tanto munirsi solamente di un panno morbido ed utilizzare prodotti generici per la pulizia, purchè non presentino solventi od alcool.

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