La tubercolosi è una malattia provocata da un batterio che viene trasmesso mediante le goccioline di saliva emesse da un soggetto infetto da tubercolosi polmonare, che tossisce. Affinché si possa verificare il contagio è necessario un contatto di ore all’interno della stessa stanza.
La tubercolosi colpisce i polmoni provocando la tosse spesso accompagnata da sangue, febbre e perdita di peso. Questi sintomi possono manifestarsi anche dopo anni dal contagio. La malattia è pericolosa nei bambini piccoli e in coloro che presentano un deficit del sistema immunitario. Solitamente, viene contrastata con antibiotici specifici da assumere per diversi mesi su indicazione di un medico. Se non viene trattata adeguatamente, però può portare alla morte dopo una lunga fase di malattia.
In Italia è stato introdotto l’obbligo vaccinale per alcune categorie e prevede una profilassi di cui parleremo nel nostro articolo. Scopriamo insieme per chi è obbligatorio sottoporsi al vaccino.
Vaccinazione contro la tubercolosi
Il vaccino contro la tubercolosi (BCG) contiene al suo interno i batteri vivi della tubercolosa bovina. La vaccinazione avviene in un’unica dose che viene somministrata per via cutanea. La prevenzione di questa malattia può essere attuata mediante la profilassi vaccinale che serve proprio a impedire di entrare a contatto con il bacillo della tubercolosi. In alcuni casi specifici, è possibile sottoporsi alla chemioprofilassi, ovvero un trattamento che viene somministrato per impedire che l’infezione possa evolvere in malattia tubercolare.
Chi deve sottoporsi alla vaccinazione?
In Svizzera la vaccinazione contro la tubercolosi è raccomandata a tutti coloro che sono a rischio di sviluppare la malattia, ovvero ai neonati o lattanti di età inferiore a un anno, con genitori provenienti da paesi come Africa, Asia, America Latina, Europa dell’Est, e che potrebbero fare ritorno nel paese di origine prima di avere compiuto due anni.
In Italia, invece la profilassi vaccinale contro la tubercolosi è obbligatoria solamente per tutti gli operatori sanitari che possono essere esposti al rischio di contagio e per coloro che non possono attuare una terapia di prevenzione perché presentano delle controindicazioni verso l’utilizzo di alcune tipologie di farmaci.
Sebbene la vaccinazione nei neonati non sembra essere considerata efficace per la prevenzione o trasmissione della tubercolosi polmonare adulta è comunque indicata:
- per i bambini di età compresa tra 0 e 5 anni che hanno contatti stretti con persone affette in fase contagiosa, pur risultando negativi al test della tubercolina;
- per gli operatori sanitari ad alto rischio di esposizione a ceppi resistenti a vari farmaci oppure che lavorano in ambienti ad alto rischio e non possono essere sottoposti a terapie preventive, perché possiedono controindicazioni verso l’uso di farmaci specifici.
La vaccinazione è raccomandata anche:
- ai bambini che vanno a vivere in zone con elevato rischio di tubercolosi;
- ai bambini che vivono in paesi per i quali la vaccinazione anti tubercolosi è obbligatoria;
- ai bambini di età <5 anni con fattori di rischio per la tubercolosi.
Poiché il vaccino contiene un virus vivo attenuato, la somministrazione è controindicata:
- a tutti coloro che possiedono un deficit immunitario congenito o indotto dall’assunzione di immunosoppressori o dalla presenza di forme tumorali;
- a coloro che seguono terapie farmacologiche a base di farmaci immunosoppressori;
- alle donne in gravidanza.
La profilassi della vaccinazione
Il vaccino antitubercolare venne utilizzato per la prima volta nel 1921 e contiene al suo interno un ceppo di bacillo tubercolare. La somministrazione raccomandata è per via intradermica, ma sono anche state consigliate somministrazioni per via percutanea oppure orale. La somministrazione intradermica può causare la formazione di una papula sulla pelle, entro le tre settimane dalla vaccinazione che ulcera dopo 6-8 settimane lasciando una cicatrice dopo qualche mese.
Con la somministrazione percutanea le lesioni cutanee sono più piccole e solitamente non lasciano alcun segno visibile. Il vaccino dà una reazione positiva al test della tubercolina, che tende a diminuire nel tempo con una velocità che può dipendere dall’età in cui viene effettuata la vaccinazione. Il tipo di reazione immunitaria provocata dal vaccino sembra essere simile a quella prodotta in caso di infezione naturale. L’immunità prodotta dal vaccino si può sviluppare dopo circa 6 settimane e la durata non sembra essere nota, ma si pensa che possa essere persa in un arco temporale compreso tra i 10 e i 20 anni.
Il vaccino negli anni sembra essersi dimostrato affidabile come strumento di prevenzione nei confronti della tubercolosi polmonare negli adulti, la forma più diffusa dell’infezione. Contro questo tipo di infezione sembra essere stata evidenziata una varietà di risposte immunitarie che sembrano essere dipese da:
- caratteristiche legate al vaccino;
- condizioni ambientali;
- caratteristiche genetiche;
- storia naturale della tubercolosi.
Il vaccino contro la tubercolosi può avere controindicazioni?
La vaccinazione contro la tubercolosi è solitamente dolorosa e può lasciare delle cicatrici nel punto esatto in cui è avvenuta l’iniezione. Il vaccino somministrato per via sottocutanea può provocare un’infezione locale che si può diffondere nei linfonodi. Più raramente sembrano essere stati evidenziati casi di ascessi mammari e sui glutei che possono formarsi per la diffusione dei batteri contenuti nel vaccino. In altri casi, altrettanto rari si possono verificare infezioni ossee localizzate.