Il naso e tutta la sua conformazione interna ed esterna è una parte fondamentale del nostro corpo di cui, spesso, se ne ignora la corretta funzione e interconnessione con le altre parti vicine e altrettanto fondamentali per continuare a respirare in maniera adeguata e sana.
Se le narici rappresentano le vie di comunicazione con l’esterno della parte anteriore delle fosse nasali, nella parte posteriore – ovviamente non visibile da fuori – sono collocate le coane, cioè quelle aperture che fanno comunicare il naso con il tratto rinofaringeo. Volendo essere più precisi, possiamo dire che le coane sono delle aperture nasali che si trovano in fondo al naso e che mettono in diretta comunicazione le narici con la bocca – meglio dire con la parte alta della faringe – e che permettono a qualsiasi individuo di respirare con facilità tramite la bocca e il naso.
È facile intuire, quindi, che la corretta conformazione delle coane assicura anche un’adeguata respirazione e che, al contrario, un’eventuale ostruzione o malformazione potrebbe incidere in maniera più o meno grave sulla corretta comunicazione tra naso e faringe e, quindi, rendere impossibile il passaggio dell’aria. Quando ciò avviene si dice che siamo in presenta di un’atresia delle coane. Ma vediamo meglio di cosa si tratta, da cosa è causata e quali sono le alternative di cura.
Cosa succede quando le coane sono ostruite? Cause, sintomi e diagnosi
Nella maggior parte dei casi, l’atresia delle coane è un tipo di malformazione di natura congenita che si manifesta fin dalla nascita. Infatti, durante la vita fetale la via di comunicazione tra narici e bocca rappresentata dalle coane è chiusa da una membrana che impedisce il passaggio del liquido amniotico. Prima della nascita tale membrana, solitamente, viene riassorbita ma quando ciò non avviene succede che la fossa nasale termina a fondo cieco creando un’ostruzione che può riguardare una sola o entrambe le fosse nasali. È facile intuire, quindi, che se entrambe le coane si presentano ostruite fin dalla nascita, il bambino avrà fin da subito gravi difficoltà respiratorie – dispnea, cianosi, crisi asfittiche – perché durante i primi giorni di vita il neonato è capace di respirare solo attraverso il naso. L’atresia bilaterale può essere diagnosticata già subito dopo il parto, quando vengono praticate le normali manovre di aspirazione del liquido amniotico dal naso tramite il sondino che, in questo caso, non riesce a passare nelle fosse nasali. Per avere conferma di tale sospetto, verrà effettuata una TAC nella regione nasale. Nel caso, invece, che l’occlusione riguardasse solo una delle due coane, la respirazione è appena sufficiente e la patologia può essere diagnosticata più tardi.
Come si cura l’atresia coanale?
Fortunatamente è possibile porre rimedio a tale situazione tramite le moderne tecniche chirurgiche che permettono di curare l’atresia coanale fin dai primi giorni di vita. Infatti, nel caso in cui l’ostruzione riguardi solo una fossa nasale posteriore è possibile programmare l’intervento con calma e senza urgenza, invece quando la membrana ostruisce entrambe le coane è necessario intervenire già nei primi giorni di vita del neonato, subito dopo aver avuto la diagnosi corretta, in modo da porre rimedio ai gravi disturbi respiratori a cui può essere soggetto a causa dell’ostruzione nasale.
Come già accennato, non è possibile curare tale patologia attraverso una terapia farmacologica, ma bisogna sottoporsi ad un intervento chirurgico che avviene per via trans-nasale utilizzando tecniche chirurgiche endoscopiche con lo scopo di eseguire una vera e propria plastica coanale demolendo il diaframma coanale e ripristinando il normale passaggio tra le fosse nasali e il tratto rinofaringeo. Il diaframma da demolire può essere di natura fibro-cartilaginea o ossea, quindi verranno usate tecniche diverse in base a questa caratteristica. Inoltre, siccome il nostro organismo tende a richiudere in maniere naturale le aperture che vengono prodotte artificialmente, è probabile che la membrana si riformi. Per questo motivo è necessario eseguire più interventi per stabilizzare l’apertura e rendere definitiva la funzione respiratoria.