Disturbi circolatori: come usare le calze medicali terapeutiche

I disturbi circolatori possono essere uno degli aspetti negativi del periodo della gravidanza, ma in realtà non sono esenti da questa tipologia di disturbo nemmeno persone che con la gravidanza non hanno nulla a che fare, almeno in quel particolare momento storico della loro vita.

Le donne, in particolare, risultano generalmente soggette a questa tipologia di disturbo, favorito magari anche dall’uso di calzature sbagliate o di posture scorrette ripetute nell’arco del tempo. Senza dimenticare un eventuale predisposizione genetica in proposito. Qualunque sia la causa o la concausa di questo disturbo, un complemento di abbigliamento può aiutare: le calze medicali terapeutiche.

Quali caratteristiche devono avere le calze terapeutiche nei disturbi circolatori

Innanzitutto dobbiamo distinguere le calze di tipo preventivo dalle calze di tipo terapeutico. Le prime vengono utilizzate per cercare di evitare l’insorgere di disturbi. Le seconde invece per cercare di attenuarli. Dal punto di vista tecnico, la differenza fondamentale tra queste due categorie di calze medicali è rappresentata del fatto che c’è un grado di compressione diverso.

Proprio per questo è bene chiedere consiglio al proprio medico per andare a individuare il prodotto più adatto alle proprie esigenze. Per quanto riguarda l’acquisto, invece, segnaliamo la possibilità di acquistare online le calze medicali relaxsan, considerate tra le migliori sul mercato.

Come viene misurato il grado di compressione di una calza medicale

 Il grado di compressione di una calza medicale, ma in realtà di qualsiasi tipologia di calza, viene misurato in millimetri di mercurio (mmHg). Anche se, generalmente, in ambito commerciale siamo abituati ad una misurazione in denari.

A livello terapeutico non dobbiamo assolutamente fare riferimento ai denari, in quanto questi indicano soltanto la consistenza della calza e non la loro capacità contenitiva. Tecnicamente faremo nello specifico riferimento alla tipologia di misurazione sopra esposta. Le calze di tipo preventivo avranno un valore pari o inferiore a 20 mmHg. Un valore superiore possiederanno invece le calze medicali terapeutiche.

Quando torna utile utilizzare le calze medicali terapeutiche e come agiscono

 Questa tipologia di calze, e la compressione che sono in grado di garantire, tornano utilissime per prevenire il peggioramento di trombosi venose, linfedemi, varici, eczemi, ulcere e patologie affini. Per quanto riguarda la forma di queste calze avremo gambaletti, collant, autoreggenti. In realtà il grado di compressione non è uguale per tutta la lunghezza della calza, ma si esprime in percentuali diverse a seconda della zona sulla quale agisce.

Ci sarà una compressione totale a livello della caviglia che progressivamente salendo andrà a decrescere arrivando ad una percentuale del 70% al polpaccio e del 40% nel punto più alto della coscia. Questo perché così verrà favorita la circolazione del sangue verso l’alto. Sono presenti quattro diverse classi di compressione e la scelta non spetta assolutamente al paziente ma va indicata da medici specializzati.

Questioni tecniche

Alcuni guardano con sfavore a queste calze terapeutiche, in quanto risultano un pochino complicate da indossare. Ciò soprattutto se ci stiamo riferendo a persone anziane in veste di utilizzatrici. In realtà basterà soltanto un po’ di pratica e una tecnica giusta per poterle indossare agevolmente.

Inoltre si potrà utilizzare l’ausilio di infilacalze appositi venduti dalle ditte specializzate in sanitaria. Queste tipologie di calze hanno una durata media abbastanza lunga, che arriva anche a 8 mesi se si effettua una manutenzione adeguata. Attenzione in particolare alla temperatura dei lavaggi che non deve superare i 40 gradi centigradi. Il sapone dovrà essere neutro, escludendo assolutamente l’uso di detergenti più aggressivi che potrebbero altrimenti danneggiarle. Sarà inoltre importante tenere le calze lontane da fonti di calore, compreso il sole.